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Introduzione
Il 1° gennaio 2002 il Governo Argentino ha dichiarato di interrompere i pagamenti delle cedole (e capitale) relative a tutte le obbligazioni (bond) emessi e detenuti dai privati risparmiatori dato che il cambio alla pari peso/dollaro era insostenibile: di fatto, la classe dirigente , che veniva pagata in pesos, traduceva i pesos in dollari e li esportava negli USA.
Il debito complessivo dell'argentina ammontava a 200 miliardi di dollari, di cui il 43,5% in possesso di privati (e il restante da FMI e investitori istituzionali).
I paesi maggiormente coinvolti sono: Italia (15,6%), Svizzera (10,3%), USA (9,1%), Germania (5,1%), Giappone (3,1%), Argentina (38,4%). "Stranamente" manca la Spagna, che possiede in Argentina molte banche e industrie.
450.00 risparmiatori Italiani avevano investito 14,5 miliardi di Euro, molti di loro su consiglio delle banche, e molti di loro tutti i loro risparmi.
Da settembre 2003 ad oggi questi 450.000 sanno che l'Argentina e' disposta a restituire solo il 25% del capitale nominale (esclusi interessi e cedole scadute) e in un numero di anni (fino a 42!) tale che, sommato alla riduzione delle cedole , porta alla restituzione netta dell'8%.
Sulla questione "Bond Argentini", fino al luglio 2004 "Sportello Internet" ha fatto riferimento alla Associazione: www.debitoargentina.it.
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