Il Sole 24 ore - 30 aprile 2004 - pag. 31

Parzialmente accolto dal Tribunale di Mantova il ricorso di due risparmiatori

Tango-bond, Bam deve risarcire

Un risarcimento di 258.730 euro (circa mezzo miliardo di vecchie lire) oltre al pagamento degli interessi a partire dal giorno in cui l'investimento in bond argentini è stato eseguito.

Con una sentenza senza precedenti, il Tribunale di Mantova ha accolto parzialmente il ricorso di una coppia di risparmiatori i cui risparmi si erano volatilizzati dopo il crack dell'Argentina e ha obbligato l'ex Banca Agricola Mantovana, ora incorporata nella Banca Monte dei Paschi di Siena, alla restituzione di parte della somma investita.

Per il giudice Mauro Bernardi, la banca non informò adeguatamente i suoi clienti circa i rischi dei bond che stavano acquistando, violando l'articoio 28 del regolamento Consob che impone agli istituti di credito di "prestare i servizi di investimento còri diligenza".

La coppia di risparmiatori, lui funzionario pubblico lei casalinga, assistiti dall'avvocato Roberto Vassallo, investirono tatti i loro risparmi in obbligazioni argentine in due tranche (la prima di 501,3 milioni di lire la seconda di 502,7 milioni di lire), a partire dal 5 settembre 2001, pochi mesi prima del default del Paese sudamericano, di fine dicembre.

 

Per effettuare questo investimento venne dismessa una polizza, accusando un'ulteriore perdita di 120 milioni di lire.

Ad avvalorare il giudizio sulla poca diligenza della banca nell'informare la clientela, secondo il giudice, ci sono le valutazioni date dalle agenzie di rating: già al momento dell'acquisto, le obbligazioni argentine erano considerate titoli ad alto rischio di insolvenza e nel corso del 2001 sia Moody's sia Standard & Poor's avevano ripetotamente rivisto in senso negativo il loro giudizio sull'affidabilità ad onorare gli impegni da parte dello Stato argentino.

Circostanze che non vennero mai comunicate ai clienti.

L'investimento doveva ritenersi, dunque, inadeguato secondo il profilo di rischio dei risparmiatori, "in considerazione della sua dimensione, sia in termini assoluti sia perché si trattava della metà del patrimonio mobiliare dei clienti, della natura altamente rischiosa dei titoli prescelti e della circostanza che i clienti non fossero investitori professionali", scrive il giudice.

 La cartina di tornasole è il documento sui rischi generali degli investimenti sottoscritto dalla coppia dove risulta sia stata indicata una "propensione media".

 Tuttavia, il giudice ha obbligato l'ex Bam a risarcire soltanto la prima tranche investita, perché per la seconda ha ritenuto che "la banca aveva segnalato l'inadeguatezza dell'operazione e che, nonostante ciò, (il cliente) aveva confermato per iscritto l'ordine di acquisto".

Fonti della Banca Agricola Mantovana, che ha già preannunciato appello, ritengono che nel corso del dibattimento sarebbe emerso che i titoli venduti al cliente non provenivano dal portafoglio di proprietà della banca, ma erano stati regolarmente acquistati sul mercato, su richiesta degli stessi clienti, e quindi non sarebbero stati "conegnati loro o artifìciosamente indotti all'acquisto" delle obbligazioni".

Le stesse fonti fanno inoltre presente che il giudice ha ritenuto inesistente l'ipotesi di sussistenza di conflitto di interesse della Banca, come asserito nel ricorso dei clienti, concludendo che Barn "si è diligentemente attivata per ricercare sul mercato, nell'esclusivo interesse dei clienti, il miglior prezzo d'acquisto".

Banca Agricola Mantovana, dunque; presenterà impello "al fine di dimostrare la totale correttezza sostanziale del proprio operato".


MARA MONTI