STUDIO LEGALE GRASSI

 

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        Roma, 6 febbraio 2002

Al Presidente della Commissione Europea

Professor Romano Prodi

200 Rue de la Loi

1049 Bruxelles – B

 

Al Signor Pedro Solbes Mira

Commissario ECFIN

200 Rue de la Loi

1049 Bruxelles – B

 

Al Signor Christopher Patten

Commissario per le Relazioni Esterne

200 Rue de la Loi

1049 Bruxelles – B

 

e p.c. Al Signor Klaus Regling

          Direttore Generale ECFIN

          200 Rue de la Loi

          1049 Bruxelles – B

_________________________________

 

        Oggetto: Trasmissione Ricorso alla Commissione Europea

 

 

        Trasmetto in allegato il formale ricorso che, per il mio tramite, il "Comitato per la tutela degli interessi e dei diritti dei risparmiatori italiani portatori di quote del debito pubblico della Repubblica Argentina", costituitosi senza fine di lucro e per scopi solidaristici in Roma l’8 gennaio 2002, propone alla Commissione Europea.

 

        Il ricorso è proposto per denunciare la lesione dei diritti dei propri promotori ed aderenti, quali di creditori di uno Stato non facente parte della Unione, da questo determinata per la dichiarata volontà di non adempiere agli obblighi assunti nei confronti dei citati risparmiatori e per chiedere alla Commissione di intervenire per assicurare la massima protezione possibile dei diritti di cittadini comunitari secondo le norme, gli accordi vigenti ed in corso di trattativa.

 


        Per opportuna conoscenza ed al fine di consentire una compiuta istruttoria, trasmetto altresì in allegato copia dell’atto costitutivo e dello Statuto del Comitato.

 

        In attesa di un primo riscontro, porgo distinti saluti.

 

        All. cs

Prof. Avv. Paolo Grassi

 

 

 

* * * * *

 

ATTO DI RICORSO

 

        Sono stato incaricato dal "Comitato per la tutela degli interessi e dei diritti dei risparmiatori italiani portatori di quote del debito pubblico della Repubblica Argentina", in seguito citato per brevità solo "Comitato", costituitosi senza fine di lucro e per scopi solidaristici in Roma l’8 gennaio 2002, nella persona del Presidente Avv. Claudio Pugelli che sottoscrive il presente ricorso per conferma, per chiedere di valutare quali possano essere i possibili interventi a tutela degli interessi dei suoi promotori ed aderenti nei confronti delle disposizioni normative ed amministrative adottate dalla Repubblica Argentina che precludono il corrente ed il futuro pagamento di interesse e sorte capitale relativamente a titoli rappresentativi del debito pubblico argentino.

 

        Al riguardo, esaminata la situazione esistente del debito pubblico argentino e dei connessi provvedimenti assunti negli ultimi mesi dai Governi di quella Repubblica, situazione peraltro in continua evoluzione, si ritiene che, oltre ai possibili interventi nei confronti della Repubblica Italiana per sollecitare l’esercizio eventuale di ricorsi in protezione diplomatica o di ricorsi comunque rientranti nell’ambito della trattativa intergovernativa tra i due Governi degli stati interessati, esista, anzi possa primeggiare, per importanza istituzionale e capacità di pressione, una concreta possibilità di interventi collettivi esperibili nei confronti della Repubblica Argentina da parte degli Stati Europei nell’ambito sia della cooperazione politica dell’Unione Europea e sia del più tecnico livello della politica commerciale comune della Comunità Europea, con riferimento in particolare alla riconducibilità in seno a tale politica comunitaria degli interessi legati alla libera circolazione dei capitali ed alla protezione dei consumatori.

 

        E’ noto infatti che al momento codesta Commissione Europea stia provvedendo a negoziare con le competenti Autorità Argentine il rinnovo di un precedente accordo commerciale tra quella Repubblica e l’allora Comunità Economica Europea.

 

        Appare opportuno richiamare all’attenzione dell’Esecutivo comunitario che un intervento di Codesta Commissione in tale ambito di negoziati internazionali sarebbe quindi di estremo rilievo e di considerevole effetto per la migliore tutela non solo dei risparmiatori italiani aderenti al Comitato de quo e tutelati dallo stesso, ma anche in via generale di tutti gli altri risparmiatori residenti negli stati dell’Unione quali, in particolare, quelli della Spagna e della Germania, che da notizie di stampa risultano essere particolarmente coinvolti (è bene sottolineare che solo in Italia risultano essere oltre 250.000 i risparmiatori che hanno investito oltre 11 miliardi di euro in titoli del debito pubblico argentino).

 

        Non sembra necessario a tal fine diffondersi sugli aspetti peculiari del trattato e della giurisprudenza comunitaria che legittimano la Commissione ad intervenire, già a partire dagli anni ’70, nell’ambito della politica commerciale comune a tutela di interessi comunitari riconducibili ad altre politiche comunitarie, quali quelle sopra richiamate, riguardanti la sfera di gestione dei capitali e degli interessi dei consumatori.

 

        Né d’altra parte, in astratto, nell’ambito della cooperazione politica propria della Unione Europea, vi sarebbe ostacolo ad interventi di codesta Commissione nei confronti della Repubblica Argentina per la tutela dei risparmiatori europei oltre che per la tutela degli interessi finanziari dei Governi degli stessi stati membri che possono risultare incisi, direttamente o indirettamente, ad esempio per riduzione del gettito fiscale derivante dalle mancate imposte sugli interessi non corrisposti e dalla contrazione dei consumi domestici per la risultante minore capacità di spesa degli investitori danneggiati (che come detto complessivamente ammontano, secondo le notizie di stampa, a diverse centinaia di migliaia di unità).

 

        In relazione a tutto quanto sopra esposto, in nome e per conto del Comitato assistito, propongo ricorso a codesta Commissione Europea per richiedere formalmente il suo intervento istituzionale finalizzato a:

  1. realizzare nell’ambito dei propri uffici competenti lo studio più dettagliato sulla situazione del debito pubblico argentino in relazione ai titoli che possono risultare in possesso di residenti negli stati dell’Unione sulla base dei dati ufficiali resi disponibili da Banche Centrali, Istituti di Vigilanza bancaria ed intermediari finanziari;

  2. monitorare costantemente l’evoluzione dello stato di crisi dichiarato dalla Repubblica Argentina anche raccordandosi con le Istituzioni Monetarie e Finanziarie Internazionali;

  3. predisporre ed attuare, nell’ambito delle trattative in corso con la Repubblica Argentina per il rinnovo delle convenzioni commerciali, azioni ed interventi tecnico politici che inseriscano tra le richieste comunitarie la tutela della sorte capitale e degli interessi dei risparmiatori comunitari che risultano portatori a qualsiasi titolo di quote del debito pubblico argentino, negoziando in particolare il mantenimento del più elevato livello possibile di pagamento degli interessi alle scadenze prefissate e del rimborso della sorte capitale anche a fronte di un prolungamento dei tempi di durata del debito originario e di rinegoziazione dei tassi di interessi originari;

  4. promuovere, nell’ambito della cooperazione politica dell’Unione Europea, i più incisivi interventi istituzionali nei confronti della Repubblica Argentina per il conseguimento dei risultati di cui ai punti precedenti, da concretizzarsi appunto nell’ambito degli accordi rientranti nella sfera degli accordi commerciali della Unione Europea;

  5. porre in essere e mantenere canali informativi sul reale andamento della situazione nella Repubblica Argentina e sulle iniziative intraprese da codesta Commissione al fine anche di consentire al Comitato, assistito come in atti, di rappresentare ai propri aderenti un realistico quadro della situazione tempo per tempo esistente e di valutare quali eventuali ulteriori iniziative intraprendere per conseguire i propri scopi statutari nei confronti anche delle autorità italiane, delle giurisdizioni argentine e delle Organizzazioni Internazionali competenti quali ad esempio la Commissione InterAmericana dei Diritti dell’Uomo nell’ambito dell’organizzazione degli stati americani.

        Infine si sollecita la disponibilità di codesta Commissione a predisporre un eventuale incontro, nella sede istituzionale ritenuta più opportuna, per la migliore e più dettagliata specificazione di quanto sopra rappresentato e degli interventi che la Commissione riterrà di esperire.

 

        Si resta in attesa di conoscere la posizione che codesta Commissione intende comunque assumere su quanto rappresentato e richiesto nel presente ricorso e quindi gli interventi di conseguenza decisi.

 

        Roma, 6 febbraio 2002

 

Prof. Avv. Paolo Grassi Avv. Claudio Pugelli