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LIBERA ASSOCIAZIONE DI CREDITORI PRIVATI DI OBBLIGAZIONI ARGENTINA

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Notizie

 

9 marzo 2004 - da "Miaeconomia.it".
"E' inaccettabile il rimborso del 25% dei bond argentini, stiamo lavorando per una soluzione più favorevole agli obbligazionisti traditi".
Le esternazioni di Silvio Berlusconi hanno aperto una giornata febbrile sul fronte dei titoli dello Stato sudamericano caduti in default a cavallo tra il 2001 e il 2002.
Dopo una lunga trattativa, infatti, il Governo del presidente Kirchner e il Fondo monetario internazionale hanno trovato un accordo sul finanziamento da 13 miliardi di dollari deciso nel settembre del 2003.
L'Argentina, in pratica, ha pagato una parte del debito, pari a 3,1 miliardi di dollari (evitando il pericolo di un secondo default), mentre nell'arco di un paio di settimane il Fmi verserà la seconda tranche dell'impegno di settembre (circa 3 miliardi di dollari).
Un giro di biglietti verdi che alla fine avvantaggia, proprio, gli obbligazionisti traditi dai tango-bond (la somma complessiva è di 88 miliardi di dollari, 14 miliardi riguardano i 450mila risparmiatori italiani).
Ai margini dell'accordo, infatti, sembra che il Fondo monetario sia riuscito a imporre alcune condizioni a Kirchner e compagnia sul rimborso delle obbligazioni: non si è fatto riferimento a percentuali, ma i passi in avanti sono notevoli.
Innanzitutto l'Argentina si è impegnata a riconoscere il Committee Global Argentina Bonholders (Cgab), il comitato presieduto dal nostro Nicola Stock che rappresenta gli obbligazionisti traditi di Italia, Germania, Giappone, Svizzera e Stati Uniti, pari a 37 miliardi di dollari, come negoziatore.
Quindi, senza fare cifre, è arrivato anche l'accordo per una riapertura delle trattative sui rimborsi dovuti ai bonholder.
Se non è una decisione verso un miglioramento del 25% del valore nominale dei titoli, che resta l'unica offerta pervenuta Governo sudamericano, poco ci manca...
Infine la decisione sulla quota di obbligazionisti che dovrebbero sottoscrivere l' eventuale accordo per renderlo valido.
Gli argentini l'avrebbero voluta molto bassa, pari a circa il 40% dei bonholder.
Il Fondo monetario molto alto: intorno all'80%.
Alla fine ci si è accordati per una via di mezzo.
Dovrebbe essere sufficiente, in pratica, il consenso del 66% degli obbligazionisti per approvare il piano.
Insomma una giornata partita secondo i peggiori auspici che si è conclusa all'insegna della speranza per gli obbligazionisti traditi dai tango-bond.

(ASCA) - Roma, 9 mar - Il governo italiano ''e' impegnato'' a far si' che il governo argentino si assuma la responsabilita' di ''restituire una percentuale importante delle cifre che oggi l'Argentina non e' in grado di pagare''. Cosi' il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, interviene a Radio anch'io sulla questione dei bond argentini.

9 marzo: Il ministro degli esteri Rafael Bielsa, che è giunto qui per essere ricevuto giovedì mattina dal Papa, avrà un incontro informale col il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, che può contribuire a migliorare le FREDDE RELAZIONI tra i due paesi dovuto al problema dell’enorme debito in default dell’argentina con 430.000 bonisti della Penisola, la maggioranza piccoli risparmiatori.

(ANSA) - BUENOS AIRES, 7 MAR - In una "Lettera ad un piccolo investitore italiano" in possesso di bond argentini in default due noti docenti universitari, Franco Castiglioni e José Nun, affermano oggi che "sarebbe un triste paradosso che, dopo averle fatto aver fiducia nell'Argentina quando non era il caso, ora la spingano a non averla quando invece sarebbe giusto". "Le chiediamo - è il loro appello in proposito nella missiva pubblicata dal quotidiano 'Pagina/12' - di puntare alla crescita del nostro paese e non a contribuire ad affondarlo".

(ANSA) - BUENOS AIRES, 8 MAR - "E' già stato detto tutto", ha assicurato oggi il presidente argentino Nestor Kirchner, interpellato sul fatto che, domani, l'Argentina deve pagare 3,1 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale (Fmi) ma, come ha ribadito molte volte il capo dello stato, non lo farà, se l'organismo non darà una segnale che approverà la seconda verifica dell'accordo con il paese, in pratica il rifinanziamento dell'esborso.
Poiché, secondo gli analisti, è da scartare che, per ora, l'Fmi dia un segnale esplicito in tal senso, quanto affermato dal presidente fa supporre che l'Argentina andrà al default anche con l'organismo, come lo è già da oltre due anni con i creditori privati. (ANSA).

(ANSA) - BUENOS AIRES, 8 MAR - di Oscar Piovesan - Domani, se non ci saranno colpi di scena all'ultimo momento, l'Argentina non pagherà una scadenza da 3,1 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale, entrando così in default anche con l'organismo - e automaticamente anche con la Banca Mondiale ed il Banco interamericano di sviluppo - come lo è già, da oltre due anni, con i creditori privati.

9 marzo 2004: si terrà  una riunione del FMI per concordare il rinnovo dei prestiti richiesto dal Governo argentino; se l'Argentina dovesse mancare il pagamento della scadenza di 3.100.000.000 US$, sarebbe la più grave mancanza finanziaria mai avvenuta.

5 marzo 2004: le dimissioni di Horst Kölher, capo del FMI, danno nuova incertezza alla questione Bond Argentini. Viene sostituito da Anne Krüger, che nel passato ha avuto atteggiamenti duri nei confronti dell'Argentina (http://it.biz.yahoo.com/040305/58/2or7e.html).