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Notizia n. 38 dal forum argentina

Feltri e Salustri potrebbero darci una mano?
(FA - Chiavari Ge)



Documenti: Feltri denuncia: silenzio sul caso Parmalat e sulle tangenti.
Postato da admin il Martedì, 09 marzo 06:12:14 CET
Proposto da admin
FELTRI ALL'ATTACCO: CONGIURA DEL SILENZIO SULLE RIVELAZIONI DI "LIBERO": I "FINANZIAMENTI" PARMALAT NON ESISTONO PER STAMPA E TV. ­ IL SERVIZIO DI FEDE MAI MANDATO IN ONDA.
Vittorio Feltri per Libero
Cari lettori, l'informazione italiana sta sprofondando nel ridicolo, esattamente come la politica. Calisto Tanzi ha pagato tutti, la sinistra, il centro, la destra. Milioni e miliardi di defunte lire sottratti all'azienda per rimpolpare le tasche di chiunque potesse ricambiare la cortesia.
Un articolo, due articoli, tre inchieste, un elogio. Oppure un disegno di legge, un finanziamento straordinario, una spinta, un'apertura di credito. Do ut des. Comprarsi la benevolenza, una vecchia pratica che non scandalizza. Siamo uomini di mondo e non diamo giudizi moralistici. Però, attenzione. Alcuni distinguo sono d'obbligo.
Primo. L'imprenditore parmigiano foraggiava in contanti amici nemici e giornalisti, così almeno dice lui e finora molti riscontri gli danno ragione. Perché in contanti? Fosse stato denaro regolarmente registrato nei bilanci egli non avrebbe avuto alcuna esigenza di elargirlo sottobanco. Evidentemente erano quattrini neri. Ora, anche un deficiente sa che se un industriale ammolla banconote anziché assegni, ciò avviene con una tacita intesa: io ti ungo le ruote, tu non dici che te le ho unte. Le personalità destinatarie delle donazioni (Di Pietro le definirebbe dazioni) nella maggioranza dei casi non negano di essere state beneficate; ma precisano: Calisto mi ha regalato non 100 milioni, come lui afferma, bensì 10. Perché questa discordanza? O mente Tanzi o mentono gli accattoni.
Secondo. Gli accattoni hanno incamerato effettivamente cento, ma trattandosi di denaro contante hanno denunciato solo 10. E il resto? In tasca. Altre ipotesi non vengono in mente. Qualcuno dovrebbe spiegare a questo punto quale sia la differenza fra Tangentopoli e Tanziopoli. Io non la scorgo, amici. Denaro occulto che passa da un imprenditore a un politico, e non per vie ufficiali, pulite, ma attraverso un giro tortuoso al termine del quale qualcuno rimane fregato: per esempio il fisco, e Parmalat nonché tutti coloro che in Parmalat hanno investito convinti di investire nel latte e che invece hanno versato i risparmi ai partiti o ai giornali. Se l'azienda è andata a ramengo, un sostanzioso contributo è stato dato dai mungitori abusivi della grande e generosa mucca.
Tanzi dice la verità? A giudicare dalle reazioni di molti gentili signori premiati dalla ditta casearia, si direbbe di sì. Hanno infatti ammesso la riscossione. Altri viceversa negano. Quindi? Male che vada Calisto ha detto mezze verità, più che bastevoli però a farci capire che l'inchiesta va approfondita e non accantonata con la trovatina della segretazione .
Si aprano gli armadi ed escano gli scheletri. Parliamone, almeno. Nessuno spera che le manette tornino a tintinnare. Ci mancherebbe. Vogliamo solo capire, e magari mandare a casa chi se ne è approfittato. Chiediamo troppo? Pare di sì. Infatti, mentre Libero da ormai cinque giorni pubblica i verbali degli interrogatori a Calisto, in cui si rivelano particolari imbarazzanti, che fa l'informazione italiana? Organizza la congiura del silenzio. Nelle redazioni dei giornali e delle emittenti televisive il nostro quotidiano viene letto con stupore dai colleghi. È commentato, spulciato, analizzato. Ma non c'è anima che decida di venirci dietro per raccontare ai cittadini quale effettivamente sia la realtà di Parmalat e corte dei miracoli. Tutti zitti, spaventati, timorosi di avere grane coi potenti della maggioranza e della minoranza. C'è da inorridire. Il giornalista Gomez dell'Espresso, mi ha detto Marco Travaglio (Repubblica e Unità), aveva in mano i nostri stessi documenti, però non ne ha ricavato nulla, forse perché ha visto che Libero era bene avviato.
Sta di fatto che il settimanale non ha pubblicato un rigo. Le agenzie di stampa, a parte l'Ansa diretta da Pierluigi Magnaschi, hanno finto di non aver notato i nostri servizi (figuriamoci). Le altre testate, grosse o piccole, idem. E le televisioni? Da rotolarsi per terra dal ridere. Non un cenno. Non un'allusione. Zero. I verbali di Tanzi da noi divulgati non esistono. Va tutto bene madama la marchesa. Correte a nascondervi, maggiordomi del potere autentico o presunto.
Avete presenti le rassegne stampa al seguito dei tigì? Di norma Libero vi compare con la prima pagina. Ebbene, da quando ci stiamo occupando del grano sperperato da Parmalat allo scopo di alimentare Tizio e Caio, basta, è sparito. Dimenticato. Oddio che sbadati, non lo abbiamo mostrato. Meglio discutere di Sanremo piuttosto che delle stecche finite in saccoccia ai big ai vip e ai padroni delle istituzioni. Casini, citato da Tanzi quale percettore di liquido, querela noi anziché fornire delucidazioni. Il ministro Buttiglione delucida, aggiunge che Berlusconi si è pappato 400 milioni, cioè ricorda quanto ricevuto dal premier ma scorda quanto ricevuto da se medesimo, e querela. Al diavolo.
Emilio Fede, di Retequattro, amico simpatico e direttore di qualità, ubbidisce al proprio istinto e manda qui, nei nostri uffici, un redattore e una troupe che intervistano Alessandro Sallusti, autore degli articoli in questione, poi però non trasmette il pezzo per il quale aveva scomodato i colleghi.
Lasciamoli dire, quei fessi di Libero: lasciamoli sfogare con i loro scoop. Gli italiani sono idioti, è preferibile che non sappiano.

[ postata il 29-oct-2004 17:52 ECT ]


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