114 24-nov-2004 11:00
(rai - mi)
23 novembre 2004
Bond argentini, il Tribunale di Venezia condanna la Deutsche Bank a rimborsare l´intero investimento a due pensionati
"Risparmiatori all´oscuro dei rischi la banca li deve risarcire al 100%"
DAL NOSTRO INVIATO
ROBERTO BIANCHIN
VENEZIA - Due pensionati, che su suggerimento della propria banca avevano investito buona parte dei loro risparmi in obbligazioni argentine, e avevano perso tutto al momento della crisi finanziaria che ha colpito il paese sudamericano, sono stati risarciti per ordine del Tribunale. Il giudice ha infatti ritenuto la banca che aveva venduto i titoli colpevole di non aver informato i clienti che si trattava di un investimento ad alto rischio, ha annullato l´acquisto delle obbligazioni e ha condannato l´istituto a restituire la somma investita più gli interessi. Una sentenza che costituisce un importante precedente riguardo all´obbligo, da parte della banca, di comunicare ai propri clienti il contenuto del cosiddetto «prospetto informativo» legato all´emissione del prestito.
Non avevano avuto sospetti D.P., pensionato, e sua moglie D.K., casalinga, veneziani, sessantenni, quando nel ?98 si erano lasciati convincere dai funzionari della filiale di Venezia della Deutsche Bank a investire due terzi dei loro risparmi, 300 milioni di lire, nell´acquisto di obbligazioni argentine emesse da un ente denominato «Argentina Cap Protect». Si erano preoccupati solo due anni fa, allo scoppio della crisi finanziaria argentina, quando avevano tentato di rientrare in possesso della somma investita, e di fronte ai problemi di insolvenza dello Stato argentino che aveva emesso le obbligazioni, avevano chiesto alla banca l´applicazione della clausola di garanzia che avrebbe consentito il rimborso del capitale investito. Ma si erano sentiti rispondere dalla banca che il rimborso sarebbe stato possibile solo alla scadenza del prestito, cioè nel 2018. Di questo, non erano mai stati informati. Di qui la decisione dei coniugi di ricorrere al tribunale.
Nel corso della causa, il loro avvocato, Sergio Camerino, scopriva che i titoli acquistati dai due pensionati erano stati emessi da una società a responsabilità limitata, la «Argentina Capital Protected Investments Limited», che aveva emesso obbligazioni per cento miliardi di lire, con un capitale sociale di 50mila dollari. La società, che non risultava aver mai svolto alcuna attività operativa, ma era in realtà solo un «artificio giuridico», aveva sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman, nello stesso studio, il «Maples e Calder», dov´era domiciliata la Parmalat. Secondo il legale, la banca avrebbe dovuto informare i clienti delle caratteristiche del prodotto offerto, e del rischio elevato che essi avrebbero corso acquistando questi titoli, quando la crisi finanziaria argentina si era già manifestata con dei segnali inequivocabili, e questi titoli venivano considerati «ad alto rischio di insolvenza» dalle più importanti agenzie internazionali.
Il giudice unico del tribunale civile di Venezia, Maura Caprioli, ha dato ragione ai due pensionati. In una sentenza molto articolata, depositata ieri, in cui sostiene che la banca aveva l´obbligo di informare correttamente il cliente di tutte le condizioni degli investimenti proposti, ha dichiarato la «nullità» dell´ordine di acquisto delle obbligazioni argentine da parte dei due pensionati, e ha condannato la Deutsche Bank a rimborsare ai loro clienti la somma investita (152mila euro più gli interessi) e a pagare 8mila euro di spese processuali.
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