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153   11-dec-2004    15:33
Comité Global vs. l' usuraio strabico e ladro
(cecè - cz)

11/dic/04 - EL COMITÉ GLOBAL vs. LOS BANCOS ASESORES
EL GRUPO DE BONISTAS LIDERADO POR NICOLA STOCK Y HANS HUME ENVIÓ DURO RECLAMO A LOS BANCOS MERRILL LYNCH , BARCLAY´S Y UBS .
En medio de la incertidumbre respecto del nombramiento del banco que hará de agente de cambio en la salida del default, el Comité Global, que dice ser el mayor grupo de bonistas en el exterior, le mandó una furiosa carta a las tres entidades financieras que asesoran al Gobierno en el canje, sugiriéndoles la posibilidad de hacerles juicio.
La misiva fue recibida por los bancos Barclay's, UBS y Merrill Lynch, los llamados asesores financieros del Gobierno. Su propósito es recordarle "la creciente indignación del Comité Global con los asesores financieros y legales de la Argentina, que están apoyando y posibilitando los esfuerzos de la Argentina para voluntaria y coercitivamente maltratar a sus bonistas".
La nota no menciona específicamente la palabra juicio, pero lo insinúa por su lenguaje contundente. Desde hace semanas, se rumorea en Wall Street que el Comité Global está preparando una querella judicial. De hecho, la organización ya metió un pie en la corte del juez Thomas Griesa, el magistrado que en New York lleva adelante los casos por el default, en una acción de clase (demanda colectiva) iniciada por un ex empresario alemán.
El Comité Global contrató hace unas semanas un estudio de abogados en Nueva York, White & Casey. La misma firma ya asesoró a Greylock Capital, un fondo de Manhattan que lidera Hans Humes, uno de los presidentes del Comité Global, en un juicio contra la provincia de Mendoza, por la reestructuración del bono Aconcagua.
"Es nuestra opinión que los asesores de la República, mientras posibilitan llevar adelante los deseos de su cliente, no están actuando en el mejor interés de él, y están de hecho haciéndole un daño irreparable a los inversores, mucho de los cuales son clientes de los bancos", añade la carta.
La frase "daño irreparable" ya se usó en el juicio contra Mendoza. Fue el argumento para tratar de parar el canje de esa provincia, por 250 millones de dólares.
"Hasta hoy, no hay pruebas de que los asesores financieros de la República hayan adoptado pasos para promover un constructivo proceso" en la salida del default, dice la misiva, que lleva la firma de Humes, y del otro presidente del Comité Global, el italiano Nicola Stock.

152   11-dec-2004    12:50
IL PIANO DELLO STRABICO
(Tomi - TO)

El Gobierno entiende que desplazando al FMI de una mesa de negociaciones periódicas (el actual acuerdo obliga a revisiones trimestrales que deben recibir aprobación del directorio, donde los países del G-7 suelen hacer valer sus posturas) ganará espacio para renegociar tarifas y condiciones de servicio con las empresas privatizadas; dejará absolutamente definidas las reglas de juego con los bonistas (que no podrían aspirar a acceder a mayores fondos a la hora de reestructurar ese pasivo) y tendrá un mayor grado de libertad para el diseño y la ejecución de su política económica basada en un dólar alto y superávit fiscal.
SALDARE IL DEBITO CON IL FONDO MONETARIO E LE ALTRE ISTITUZIONI. I BOND CON LA LORO REGOLA, NON LO INTENDONO,LI PAGHERANNO IN SEDE GIUDIZIARIA.

151   11-dec-2004    10:53

(rai - milano)

10/dic/04 - LA OFERTA POR EL CANJE DE DEUDA PODRÍA POSTERGARSE
Fuente : Infobaeweb: 10/12/04
CONSIDERANDO LA CONTRATACIÓN DEL BofNY, ÉSTE NO ESTARÍA EN CONDICIONES DEL LANZAMIENTO DEL CANJE PARA EL 17 DE ENERO DE 2005.
En el Bank of New York, entidad que estaría a cargo de lanzar la reestructuración, dicen que cumplir con la fecha del 17 de enero es poco probable. Ahora se habla de principios de febrero
LA FARSA CONTINUA.........

150   11-dec-2004    10:37

(rai - milano)

Ma questo senatore Antonio Cafiero prima di veenire a cercare "compassione" da noi cosa ha fatto nel suo paese per riportare in patria i 200 miliardi di dollari giacenti all'estero, cosa ha fatto per far luce suoi soldi di Santa Cruz che il suo presidente strabico ha imoscato in Svizzera, cosa ha fatto per far pagare le tasse a tutti i cittadini argentini vista l'evasione fiscale ancora giacente.
A Napoli dicono "O scuorno non tiene vergogna" questo si addice molto a questo senatore della repubblica delle banane che è l'argentina.
E noi dovremmo regalare i nostri sudati risparmi a questa gentaglia?

149   11-dec-2004    08:56
COSA PUO' FARE IL NOSTRO GOVERNO??
(Tomi - TO)

Bella, vacua italianità
Un gruppo di parlamentari argentini di origine italiana denuncia la riluttanza delle istituzioni italiane a riconoscere il valore dell'identità condivisa nella ricerca di una soluzione di rimborso dei bond argentini
Buenos Aires – L'italianità è una bella signora, vestita di parole preziose, adorna di discorsi pregiati. Ma quando si tratta di affari, la bella italianità scivola nell'ombra, al tavolo dei negoziati non apre bocca e, qualche volta, dimentica persino di presentarsi. "C'è stata un'epoca in cui eravamo più numerosi noi figli di italiani che i figli di argentini. L'influenza dell'italianità, qui, è molto forte, ma il suo valore non va al di là della retorica?". Questo è quanto si chiede Antonio Cafiero, Senatore argentino di origine italiana.
Insieme ad alcuni colleghi parlamentari, mercoledì scorso Cafiero si è presentato dall'Ambasciatore italiano in Argentina, Roberto Nigido, armato di un chiarissimo documento - qui in esclusiva pubblicato integralmente - che invita l'Italia, a tutti i livelli, ad assumere una posizione più conciliante in merito alla spinosa questione del rimborso dei buoni di debito argentini che spetta ai creditori italiani.
"Quattro anni fa siamo stati convocati in Italia per una Conferenza di parlamentari di origine italiana – ricorda Cafiero -. Siamo stati ricevuti magnificamente, tra di noi si è creata una buona relazione per lavorare insieme, per poter promuovere le relazioni tra i nostri due Paesi, al di là della dimensione economica o meramente diplomatica". Oggi, alla luce della difficile relazione che si è stabilita tra Italia e Argentina sulla questione del rimborso dei bond argentini ai creditori italiani, i Parlamentari argentini che credono nel valore dell'italianità vivono come un tradimento la posizione di chiusura adottata dal Governo italiano in materia. "Alla luce di tutto ciò, ci è sembrato opportuno far presente, all'Italia, che vorremmo che si facesse promotrice di un intervento più attivo per arrivare a una soluzione con i risparmiatori".
Il documento fa seguito alle recenti posizioni assunte dal Presidente argentino Nestor Kirchner, che in più occasioni ufficiali ha fatto appello, in nome dell'identità condivisa, al Governo italiano perché questi si decida ad accettare le posizioni argentine in merito alla ristrutturazione del debito. Pochi giorni dopo le affermazioni di Kirchner, un documento presentato dal Ministro degli Esteri argentino Rafael Bielsa all'Ambasciatore Nigido, acuiva le critiche all'atteggiamento tenuto dalle istituzioni italiane in merito alla questione mosse del Presidente argentino.
Cafiero chiede che l'Italia assuma le sue responsabilità sulla questione dei bond argentini a tutti i livelli. "La responsabilità della crisi non grava solo sulle nostre spalle – afferma Cafiero -; chiediamo che il Governo italiano riconosca che il problema dei creditori italiani non è interamente trasferibile al Governo argentino".
A rifiutare di riconoscere le proprie responsabilità sarebbero le Banche che hanno promosso la vendita dei titoli di debito, mal informando i piccoli risparmiatori in merito al rischio dell'operazione; responsabile sarebbe il Governo italiano, colpevole di non aver esercitato meccanismi di controllo adatti a prevenire la situazione. Responsabili sarebbero anche i risparmiatori, che si sono lasciati sedurre da un investimento così allettante senza pensare ai rischi che tale operazione avrebbe implicato. "Non è che non vogliamo onorare i nostri impegni, ma vogliamo che il nostro atteggiamento sia accompagnato da un uguale attitudine italiana, per minimizzare le conseguenze della crisi".
Nessuna reazione ufficiale è stata fatta pervenire, per il momento, dall'Ambasciatore Nigido, il quale si è limitato a esprimere alla stampa argentina la sua "sorpresa e amarezza" a seguito delle critiche mosse contro l'atteggiamento dell'Italia. "L'Ambasciatore ci ha ascoltato con attenzione – afferma Cafiero -; ha detto che avrebbe comunicato le nostre posizioni al suo Governo, e che ci avrebbe fatto pervenire una risposta. Probabilmente, non ha ancora ricevuto disposizioni in merito dal suo Governo".
I firmatari del documento chiedono che, come l'Argentina ha saputo assistere l'amica Italia nei momenti di maggiore difficoltà, in particolare negli anni immediatamente successivi alle guerre mondiali, l'Italia sappia ora comprendere le esigenze dell'Argentina, che tenta di uscire dalla crisi. "In un momento così critico un contributo dell'Italia ci darebbe una spinta forte, che aiuterebbe ad affrontare la questione anche con gli altri interlocutori internazionali. Quello che offriamo per ripagare il debito è poco, ma è tutto quello che possiamo fare, viste le condizioni – continua Cafiero -; la nostra offerta si potrebbe migliorare se il Governo italiano si decidesse a collaborare".
Pienamente in linea con l'appello dei Parlamentari argentini si dice il Senatore Franco Danieli, responsabile della Margherita per gli italiani nel mondo, Presidente, nel 2000, del comitato organizzatore del Primo incontro del parlamentari di origine italiana a cui Cafiero fa riferimento. "L'italianità e il richiamo alle comuni origini non possono essere un elastico che si stiracchia a seconda delle circostanze", afferma. In una lettera aperta di risposta ai colleghi argentini – qui in esclusiva pubblicata integralmente -, Danieli denuncia la mancanza di attenzione delle vigenti autorità governative. "Non posso che esprimere adesione a nome della Margherita e delle forze politiche dell'Ulivo, ma devo per onestà nei vostri confronti scindere in maniera radicale queste nostre disponibilità e il nostro impegno dalla prassi e dalle decisioni assunte dal Governo italiano, che noi radicalmente non condividiamo", scrive Danieli ai colleghi argentini.
Nelle parole di Cafiero, chiara appare la volontà di riallacciare i ponti con i parlamentari italiani, per condurre un dialogo comune in materia e raggiungere una soluzione condivisa. "Specialmente vorremmo riprendere il dialogo con quei parlamentari italiani che, a seguito della crisi argentina, hanno presentato proposte di legge alle istituzioni italiane per contribuire attivamente alla soluzione della questione".
Giorgio Benvenuto, promotore di numerose iniziative alla Camera dei Deputati per far fronte al crack argentino, non si fa scappare l'occasione di raccogliere l'invito. "Siamo certamente disponibili al dialogo – risponde -; vogliamo fare di tutto per tutelare i piccoli risparmiatori. Il Governo deve riallacciare i rapporti con l'Argentina per cercare di capire come uscire dalla vicenda. Non condivido che sulla questione il Governo italiano non abbia assunto una iniziativa seria e coerente".
Benvenuto, promotore dell'istituzione di una commissione d'inchiesta per individuare le responsabilità del settore bancario, denuncia l'ostruzionismo del Governo italiano per venire a capo della questione. "La nostra proposta di legge per garantire i piccoli risparmiatori, che impone alle banche l'obbligo di riconversione dei bond argentini venduti, è stata bloccata – racconta -. La nostra proposta di fare un viaggio in Argentina per andare a incontrare i parlamentari locali e acquisire più elementi è stata respinta dal Presidente della Camera. Non possiamo fare altro che prenderne atto".
Alla base del rifiuto di assumersi le dovute responsabilità ci sarebbe un problema politico, secondo Cafiero, tanto grave da poter intaccare la relazione speciale che lega i due Pesi. "Se l'Italia decide di non contribuire alla soluzione ci lascia con la sensazione che tutti i bei discorsi sull'identità condivisa discorsi non sono altro che parole".
Irene Bono/News ITALIA PRESS

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