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Argentina

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288   26-feb-2005    14:44
non abbattetevi
(lupetto-bianco - foligno)

Sembrerebbe che l'ops truffa dell'argentina sia andata meglio del previsto per la banda bassotti.Beh meglio per noi.Non capisco perchè tutto questo abbattimento.Ho letto di armi legali spuntate..addirittura che il caso Elliot Perù sia stato a facore del Perù.Tutte balle ovviamente. Certo sarebbe stato meglio un fronte unito e compatto , ma visto che nn lo siamo stati...meglio pochi così il piatto sarà spartito tra noi.Quanto alla non pignorabilità dei flussi di cassa presso l'euroclean..beh sarebbe un'innovativo principio di diritto internazionale secondo il quale i beni commerciali nn possono essere pignorati.E sarebbe un pericolosissimo precedente se ciò accadesse.Complimenti all'argentina comunque perchè è riscita a ridurre il debito ad un terzo per il 70-80% dell'ammontare.Sempre se pagherà,cosa molto dubbia visti i pignoramenti che vi saranno.Oggi stesso chiederò lumi legali al tfa perchè chiarisca la posizione in merito ai pignoramenti presso l'euroclean.Se mi risponderanno renderò pubblica la risposta.
Nn abbattetevi anche perchè è molto più probabile che i soldi li prendiamo noi che chi ha stupidamente accettato.
Ciao.
Luca

287   25-feb-2005    14:15
una petizione sicuramente da sottoscrivere
(lupetto-bianco - foligno)

Credo interessi tutti..ho chiesto ai gestori del sito come sottoscriverla.
Ciao.
Luca
PETIZIONE DEI RISPARMIATORI TRUFFATI DAI BOND ARGENTINI
PETIZIONE DEI RISPARMIATORI TRUFFATI DAI BOND ARGENTINI
IL GOVERNO ITALIANO SI DEVE ADOPERARE PER FAR MODIFICARE L’OFFERTA CAPESTRO DI RIMBORSO,PARI AL 30 PER CENTO DEL CAPITALE,TRA 20 E 40 ANNI. L’argentina DEVE RESTITUIRE IL 100% DEL DEBITO SOVRANO,OPPURE DEVE ESSERE MESSA AL DO DALLA COMUNITA’ FINANZIARIA INTERNAZIONALE E DAI GOVERNI SOVRANI.
Al Presidente del Consiglio Dei Ministri
On. Silvio Berlusconi
Palazzo Chigi - ROMA
Al ministro degli Esteri,On.Gianfranco Fini
Piazza della Farnesina,1
Al Presidente della Repubblica italiana
Carlo Azeglio Ciampi
Piazza del Quirinale- Roma
In merito all’offerta di scambio capestro dei titoli argentini pari a 14 miliardi di euro,spesso disinvoltamente appioppati dalle banche ad oltre 450.000 risparmiatori italiani per lo più ultrasessantenni, che prevede di far restituire tra 20 e 40 anni (2025-2045), circa il 30 per cento del capitale investito.
I sottoscritti risparmiatori chiedono al Governo italiano:
1) di richiamare l’ambasciatore italiano, per comunicazioni urgenti;
2) di adoperarsi in seno al G7 per far modificare l’offerta capestro,
posto che lo Stato Argentino ha già rimborsato al Fondo Monetario Internazionale oltre il 100% del credito vantato, pari a 18 miliardi di dollari, e che le ricchezze interne dell’argentina e la crescita del Pil (prodotto Interno Lordo) superiore all’8% annuo, consentono di restituire ai risparmiatori italiani il 100% dei loro crediti.
In caso contrario, i sottoscritti risparmiatori,che si riservano di indire una grande manifestazione nazionale di protesta a Roma, chiedono che il Governo italiano si adoperi in seno al G7 per mettere al bando l’argentina dalla comunità finanziaria internazionale.
INTESACONSUMATORI (Adoc,Adusbef,Codacons,Federconsumatori)
Roma,21.2.2005

286   25-feb-2005    05:44
il punto della situazione
(lupetto-bianco - foligno)

E ora? Beh credo sia il caso di fare il punto della situazione.Ovviamente si tratta di mie opinioni e come tali vanno prese , ma ritengo utile per tutti ragionare un attimo sui risultati del dictat argentino.Intanto i risultati; 45-50% si vocifera.Era prevedibile.E possono essere stracontenti.Cone nai un tale risultato?Beh grazie hai ricatti che questi truffatori hanno fatto sopratutto ai danni dei loro stessi concittadini ( leggasi articolo di fondo ) che sono stati costretti ad accettare.Difatti le adesioni locali sono del 91%. A questo si aggiungano gli altri bond detenuti all'estero da argentini e la % di adesioni è fatta.Ma veniamo al punto:cosa accade a chi nn ha accettato?Di ieri un articolo della filoargentina Bufacchi su Ilsole24ore.Articolo inventato di sana pianta.Secondo tale articolo un noto studio legale americano avrebbe affermato che il pignoramento dei flussi di cassa diretti al pagamento dei nuovi bond è un arma spuntata indirizzando la task force verso un' azione volta ad impugnare i trattati bilaterali.L'articolo conclude dicendo che sia il belgio che la fed vorrebbero bloccare azioni volte al pignoramento dei flussi di cassa.Ovviamente se lo studio legale avesse affermato questo per i motivi citati nell'articolo , tale studio andrebbe radiato per manifesta incompetenza.Che i flussi di cassa fintanto che nn siano nella disponibilità argentina siano pignorabili è cosa pacifica e assodata trattandosi di beni commerciali.Tra l'altro nn serve nessuna causa per l'esecuzione trattandosi di mera realizzazione di un diritto acquisito con una causa antecedente.Che le cose stiano così lo comprova il fatto che sia il Perù che l'ecquador hanno rimborsato al 100% chi si è mosso in tal senso e che l'Argentina ha sbandierato da tempo il cosidetto "canale sicuro" attraverso cui pagare.Ovviamente tale canale nn esiste.Quanto poi alla Fed e al Belgio che intervengono per tutelare l'argentina mettendo in crisi il cardine del diritto internazionale ( ovvero la pignorabilità dei beni commerciali ) beh voglio vederlo nei fatti.Ciò detto , purtroppo si deve constatare che tale pignoramento è inapplicabile per altri motivi.Difatti dei 40 mld di $ che hanno accettato lo swap almeno 30-35 sono locali. Appare evidente a tutti che agire su tali bond è del tutto impossibile poichè comporterebbe un esecuzione in argentina che allo stato è impensabile ( ma in futuro...specie se cambia governo.. ).Si può agire sui restanti che però decurtati a meno di un terzo e con interessi risibili ben difficilmente coprirebbero le sole spese legali per i restanti 40 mld di $ di titoli in default.Per questo il tfa percorrerà altre vie.Ammetto che sono scettico in merito , soprattutto sull'esecuzione di un eventuale arbitrato.Per chi nn ha accettato quindi la soluzione del problema è ben al di là da venire , anche se l'alternativa era perdere ogni diritto ricevendo in cambio promesse.Appare evidente che la soluzione del problema può venire solo in sede politica sia internazionale che locale ( magari nestor schiatta...Lavagna sta lì e lì ).Ha consolazione di noi tutti c'è da dire che dopo anni la Russia sta saldando con interessi , minori , i debiti ex Urss..e lì il problema era ben peggiore visto lo stato debitore.Cosa si può fare? Beh io direi che noi possiamo fare tantissimo.Si caro Tomi anche i pensionati possono.Come? Beh con un arma potentissima: il denaro.Siamo 450.000...basterebbe che ognuno di noi ritirasse 1000€ dal proprio conto corrente nello stesso giorno per togliere liquidità per ben 450 mil di €!! Appare evidente che il sistema italia entrerebbe in crisi subito.E tutto questo senza alcun costo per noi se nn la risibile perdita di interessi.Tutti potremo farlo basterebbe andare in banca e ritirare i soldi.Facile,efficace e nn cruento.Ma siamo abbastanza uniti per farlo?
Ciao.
Luca
El mercado vs. “ley adhesión”
Ante el cierre, mañana, del período para adherir, aumenta la inquietud respecto de la ley que faculta al Ejecutivo a retirar de cotización los títulos que no hayan sido canjeados
Se ha instalado la idea de que el Gobierno piensa retirar de circulación los títulos que no hayan sido canjeados, lo que quitaría toda posibilidad de negociarlos en los mercados financieros. De hecho, hace pocas semanas, el Congreso aprobó la ley 26.017, que faculta al Estado a retirar de circulación estos bonos. Sin embargo, la viabilidad de esta medida es discutida por varios profesionales, e incluso no está claro qué puede suceder luego del cierre del canje.
Para el agente de Bolsa Miguel Carril, el Gobierno no puede retirar los títulos de cotización, a menos que pague a los tenedores un “derecho de rescate”. “Por la ley 17.811, de oferta pública –dice Carril–, cuando se habilita cualquier título valor, éste se rige por las normas y condiciones de la Bolsa, o sea del Reglamento de Cotización. Dentro de este reglamento, una de las condiciones es que cuando se quiere retirar algo de cotización, le corresponde al inversor, tanto en títulos públicos como en acciones, el “derecho de rescate”. Ello significa que se deberá pagar al tenedor al valor libros o al valor técnico, lo que correspondiere. Si no, tiene que seguir cotizando por más ley que se imponga”.
Según Carril, este “derecho de rescate” equivaldría a $1,40 más CER más 2%, que corresponde a la tasa de interés que se aplica a los bonos por el decreto 471/2002, que convalidó la pesificación de los títulos públicos. “El Estado argentino en ningún momento le comunicó a la Comisión de Títulos (de la Bolsa de Comercio) la idea de sacar de cotización todos los bonos después del canje. Si esto fuese así, entonces deberían decir cómo pagan a la gente, tendrían que dar el coeficiente de cómo se paga porque corresponde el derecho de rescate”, agrega Carril.
Contra
En la vereda opuesta se ubica Edgar Jelonche, abogado especializado en deuda pública y ex director general de la Bolsa de Comercio. Para Jelonche, “puede suceder que en algunas jurisdicciones externas pueda haber alguna restricción para retirar de la oferta pública los bonos que tienen default. Pero en la Argentina, no”.
Jelonche sostiene que la “ley adhesión” le da la facultad al Gobierno para realizar el retiro de circulación, y que a los tenedores de los bonos que no hayan adherido al canje no les corresponde este derecho: “Eso no rige para los bonos del Estado. Eso es para las acciones u obligaciones negociables de sociedades anónimas”, aclara Jelonche.
Lucila Escriña, abogada especializada del Estudio Negri, Teijeiro, también considera que este derecho no corresponde a los tenedores de bonos. Pero a diferencia de Jelonche, indica que “hay que ver las condiciones de emisión de cada título y determinar si se puede o no retirar de cotización, o si se requiere un porcentaje de aprobación por parte de los tenedores”.
Claves para los que eligen no participar
El viernes 25 finaliza el período de canje de deuda. Más de 90% de tenedores argentinos ya adhirieron al canje, pero el remanente no sabe qué va a pasar con sus bonos después del cierre.
*Si el Gobierno retira de cotización los bonos que no adhirieron al canje, su liquidez se reducirá significativamente, ya que sus tenedores sólo podrían comercializarlos de manera privada.
* El Gobierno todavía no pidió a la Bolsa de Comercio su autorización para efectuar el retiro.
* Para quienes decidan no adherir, el panorama es complejo. Si los bonos no se retiran de cotización, podrán venderse más adelante, en caso de ceder las demandas contra el Estado. De lo contrario, los tenedores sólo tendrán la vía privada para comercializarlos.
* Previsiones: Carril considera que el Gobierno no dejará “colgados” a los bonos no participantes, y que, de a poco, comprará estos títulos. Jelonche, en cambio, sostiene que, en ese caso, los que sí aceptaron plantearán demandas por arbitrariedad y desigualdad ante la ley.
* Para Escriña, si el Estado consigue que la Bolsa autorice el retiro de cotización, el reclamo de los que no adhirieron va a ser más difícil que prospere, porque implicaría para la Justicia argentina que las instituciones están alineadas con esta medida, y que, además, se debe avalar la ley.
* Los opositores a la ley sostienen que se deberá pagar a los tenedores el “derecho de receso”, equivalente a $1,40 más CER más 2 por ciento. Esto estaría especificado en el Reglamento de Cotización de la Bolsa y en el decreto 471/2002.
Martín Burbridge

285   19-feb-2005    10:47
Lunedì 21 Febbraio 2005, 17:58
(tomi - to)

Lunedì 21 Febbraio 2005, 17:58
Argentina: Bond; Deputati Italiani, Molti I Colpevoli /Ansa
(ANSA) - BUENOS AIRES, 21 FEB - Sulla vicenda dei bond argentini in default venduti ai risparmiatori italiani nessuno é innocente. E' la convinzione dei tre deputati italiani - i diessini Giorgio Benvenuto e Luigi Olivieri e il leghista Giovanni Didoné - al termine della visita di sette giorni a Buenos Aires dove hanno acquisito informazioni sull'offerta di concambio del debito privato in default e materiale legato al comportamento delle banche italiane.
Dei 14 miliardi di dollari di bond in default esistenti in Italia, solo 5 sarebbero ora in mano di risparmiatori privati, mentre 9 sarebbero controllati dalle banche, avrebbe confidato loro il sottosegretario alle Finanze argentino Gustavo Nielsen, ultimo fra gli esponenti del governo incontrati dai deputati, che hanno avuto colloqui con ministri, esponenti della Banca centrale e responsabili della provincia di Buenos Aires.
Tracciando con l'Ansa un bilancio del viaggio, Didoné, Olivieri e Benvenuto hanno detto di essersi rafforzati nella convinzione che le banche italiane non hanno agito correttamente nei confronti dei loro clienti, vendendo loro titoli destinati a investitori sofisticati. Ma per Didoné esistono colpe anche nel comportamento del governo argentino. "Ci hanno detto che questa (taglio del debito del 65-70%) è l'unica offerta possibile - osserva - ma in questi giorni non ho mai sentito parlare di riforme: loro ci ricordano che hanno un 40% di poveri, ma poi il loro sistema impositivo ha un'aliquota massima del 22%, mentre in Italia siamo al 40%. Mi aspettavo anche - aggiunge - qualche informazione in più sulla sorte dei miliardi incassati con i bond. Perché non si è fatta nessuna commissione di inchiesta? Insomma, mi sarebbe piaciuto poter percepire severità anche sulle responsabilità interne ed una serie di riforme per garantire un'era nuova. Ma non c'é stato nulla di tutto ciò e, con questi presupposti, aumentano le mie perplessità sul futuro argentino e sulla possibilità di rimborso anche di questa offerta, già di per sé stracciata".
Olivieri ritiene invece che, "in base alla documentazione acquisita, è comprovato vi sia stato un interesse primario da parte del sistema bancario italiano, soprattutto nel 1999-2000, non solo a far parte del sindacato di collocamento, ma a essere manager leader del collocamento stesso: abbiamo ottenuto documentazione inconfutabile sul fatto che le banche acquisivano in toto l'ammontare della obbligazione argentina e poi la collocavano sulla propria rete lucrando, correttamente, provvigioni assolutamente consistenti. Si può parlare di un monte provvigioni di circa 5.000 miliardi di vecchie lire, una cifra che comunque è assolutamente approssimativa".
Tutti i bond argentini, ed i sei emessi in lire italiane, assicura Olivieri, contenevano indicazioni sulla delicatezza del prodotto non adatto a piccoli risparmiatori. "Come siano poi stati diffusi in modo così assoluto ai risparmiatori, è una questione che evidenzia l'assoluta anomalia e la volontà caparbia di collocamento dei bond da parte delle banche alla propria clientela", sottolinea.
Benvenuto infine si sofferma su altri aspetti: "Comunque vadano le cose il 25 febbraio (chiusura dell'offerta) - spiega - é necessario aprire un tavolo politico, perché sicuramente noi ci troveremo con una parte consistente di risparmiatori italiani in situazione più difficile rispetto a ieri. C'é infatti da superare una cesura, che io chiamo default, fra le relazioni politiche tra Italia e Argentina. E' incomprensibile che tutto si sia svolto in assenza della politica, del governo, e che i rapporti siano stati lasciati ai tavoli tecnici, alla Task force argentina di Stock che ha operato in un clima di vuoto politico. La seconda questione - osserva - è invece la disponibilità del governo argentino nel fornire documenti. E la documentazione ci ha permesso di capire anche che tutti nel 2000 sapevano che la situazione era grave, che il default era vicino. Per questo mi domando come sia stato possibile che questa informazione sia stata ignorata dal nostro sistema economico e dal sistema politico. Dobbiamo constatare che in Italia è stata fatta una operazione di disinformazione e che c'é una opacità che va diradata. E credo che per questo sia necessaria una commissione di inchiesta". (ANSA).

284   19-feb-2005    10:47
una buona notizia
(Tomi - TO)

Noticias confirmó la primicia de U24: La salud de Kirchner sigue siendo delicada
Ahora es noticia una información que U24 manejaba desde las vísperas de Nochebuena, cuando publicó la noticia sobre la internación del presidente Néstor Kirchner en el Hospital Distrital de Río Gallegos y Edición i abordó la salud del mandatario en una de sus “Diez Claves para 2005”. Kirchner habría concurrido al Hospital Argerich, en el barrio porteño de La Boca, para realizarse una transfusión de sangre, bajo el más estricto secreto. En Nochebuena también se hizo una transfusión, y él debió internarse para un estudio prolongado pero la difusión de la noticia -y su decisión de no 'blanquearlò a la opinión pública-, postergó todo. ¿Cuál es el verdadero estado de salud del Jefe de Estado?
Pascuas 2004. En el fin de semana largo, el Presidente Néstor Kirchner debió ser internado porque, supuestamente, había tenido un problema con su dentadura y se realizó un tratamiento de conducto que, tras la ingesta de antiinflamatorios derivó en gastroduodenitis (sic). Para aquellos que no son médicos y para los médicos también, esta relación resulta más que sospechosa.
También lo fue la actitud del amigo de Kirchner, su médico Luis Buonomo, quien le prohibió viajar, en los últimos días de diciembre de 2004, a Cusco, Perú, a la ceremonia de creación de la Comunidad Sudamericana de Naciones, impulsada por el ex presidente Eduardo Duhalde, ya que la ubicación de aquella ciudad, a una altura de más de 3.400 metros sobre el nivel del mar, dijo que no era recomendable para la salud del Presidente.
Kirchner tiene una larga historia clínica. En 1985 se le perforó una úlcera, información que tiempo atrás confirmó la esposa del presidente, Cristina Fernández de Kirchner, e incluso algunas especulaciones mencionaron una enfermedad muy grave relacionada con su colon.
El pasado 23 de diciembre, U24 tuvo la primicia sobre la internación de Kirchner en el Hospital Distrital de Río Gallegos, donde se ordenó cerrar un ala del nosocomio para mantener la privacidad presidencial.
Los medios enseguida hicieron eco de la noticia, que se magnificó ante la ausencia de otras noticias en un período en el que históricamente reina la ausencia de ellas.
Kirchner no volvió a la Ciudad de Buenos Aires hasta el martes 28 y en su primera conferencia de prensa se quejó de las versiones sobre su enfermedad y reclamó que él necesitaba un descanso ya que desde que había asumido no se había tomado respiro. Volvió a irse a las pocas horas, ocurrió lo de República Cromañón, él decidió permanecer en Santa Cruz, hasta que una caida en su imágen pública le exigió volver a la Casa Rosada.
En aquella ocasión ante el acecho de los medios, el Gobierno negó que la salud de Kirchner estuviese en estado crítico pero insistió en ocultar a la población la verdad, y en no realizarse los tratamientos necesarios.
Ahora, hace apenas horas, le habría sido realizada en el Hospital Cosme Mariano Argerich otra transfusión.
En el nosocomio hay dependencias previstas especialmente para el Presidente ya que el director es amigo personal de Kirchner, el obstetra y ginecólogo Donato Spaccavento, quien se encargó de acondicionar un sector exclusivo para Kirchner.
La salud presidencial es un tema que U24 siempre ha seguido de cerca. También la revista Edición i, que publicó sus 10 claves para el año 2005, en su última salida del año 2004, y allí afirmó que la evolución de la salud presidencial sería una de ellas.
Kirchner prefiere atenderse en un hospital público (además el Argerich queda a pocas cuadras de la Casa Rosada) a diferencia de sus antecesores, como Carlos Menem y Fernando de la Rúa, quienes eran habitués del Instituto Cardiovascular Buenos Aires, ya que cree que puede controlar mejor quien entra y quien sale de su área de privilegio.
La revista Noticias publicó en su edición de esta semana, con la firma de Luciana Geuna y Darío Gallo, una nota donde aborda este tema de la salud presidencial.
Son pocas las certezas sobre el diagnóstico presidencial, pero lo cierto es que Kirchner se realiza transfusiones demasiado seguido.
Mientras el gobierno no brinde información y mantenga semejante hermetismo, las especulaciones proliferarán. ¿El Presidente está grave o lo estuvo durante su gestión? En caso de que esté enfermo, ¿podrá seguir realizando sus funciones de modo pleno?
Noticias afirmó que Kirchner estuvo internado durante la mañana del 12 de febrero y nadie lo informó.
"Si sólo se sometió a exámenes de rutina, ¿por qué se montó un operativo de distracción para la opinión pública? Ni el Presidente, ni sus tres personas de mayor confianza en el Gobierno, aprendieron de aquella situación. Una vez más, optaron por ocultar qué estudios debía hacerse. Eso les aseguraba también, guardar los resultados clínicos para la intimidad de Kirchner".
Según la revista de Editorial Perfil, pudieron reconstruir qué pasó durante las cuatro horas en el Argerich, porque alrededor de 50 personas, entre los encargados de acondicionar el sector presidencial del Argerich, agentes de seguridad, médicos, anestesistas, enfermeros y choferes, conocían la internación.
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