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Argentina

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25  26-nov-2004
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24  26-nov-2004
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23  26-nov-2004
BENE! Iniziano a litigare tra di loro perche nonsi mandano ... a vicenda e vanno tutti a casa?/
dminvitado
25/nov/04 - ¿ LA OBRA ? : " DISPAREN CONTRA LAVAGNA " . ¿ AUTORES ? : KIRCHNER Y FERNÁNDEZ
Fuente : LA NACIÓN : 25 / 11 / 04 - MARIANO OBARRIO
TRAS EL PROBLEMA DE LA PRÓRROGA DE LA OFERTA - Y TANTOS OTROS QUE TODOS CONOCEMOS - EL GOBIERNO TRATA DE ENCONTRAR RESPONSABLES " LEJANOS " DEL DESPACHO PRESIDENCIAL
El presidente Néstor Kirchner emitió una directiva precisa y firme, en medio del conflicto desatado dentro de su gabinete con el ministro de Economía, Roberto Lavagna: el costo político del traspié que produjo la postergación del canje de deuda lo debía pagar Lavagna.
"Que Lavagna cobre los golpes, pero él y Kirchner deben seguir juntos", sintetizó a LA NACIÓN anoche un destacado funcionario de la Casa Rosada.
La postergación del lanzamiento de la oferta de canje se resolvió ayer en una reunión entre Kirchner, Lavagna y el jefe de Gabinete, Alberto Fernández, poco antes del mediodía, en la Casa de Gobierno.
En verdad, en esa conversación de una hora, cargada de tensión y reproches cruzados, Lavagna debió convencer a Kirchner y a Fernández de prorrogar el trámite para poder hacerlo en forma global (de manera de lanzar la operación en el país y en las principales plazas del exterior al mismo tiempo), para lo cual se debió desactivar la idea de lanzar el tramo nacional el próximo lunes 29, como querían el Presidente y el jefe del Gabinete.
Parte del operativo de desgaste al ministro radicó en difundir una versión diferente: Lavagna era supuestamente el impulsor de avanzar en el tramo nacional, lo que tenía grandes chances de terminar en fracaso; Kirchner, según ese rumor, era el que lo convenció de lo contrario.
"Lavagna debe pagar el costo", insistían en la intimidad presidencial. Kirchner buscó atenuar el daño que podría haber causado a su figura este revés en el manejo de la deuda.
Por ende, las usinas informativas de Balcarce 50 daban cuenta de que Lavagna armó un esquema "muy cerrado" de negociación con los acreedores. Y deslizaban que el objetivo del ministro era quedarse con todo el rédito del éxito en el canje. "Del mismo modo, deberá pagar por los contratiempos", dijo un funcionario que describió la particular situación.
La Casa Rosada siguió a rajatabla la política de subrayar "la bronca" de Kirchner hacia Lavagna por el "mamarracho" de no tener un contrato frimado con el Bank of New York, el banco que debía actuar como agente de cambios de los bonos que entrarán en el canje y que, a último momento, el viernes pasado se bajó de la operación.
"Un contrato hubiera significado que el Estado pague indemnizaciones por incumplimiento", dijo un allegado a Lavagna, con la lectura de los hechos consumados. En la Casa Rosada, replicaron: "El incumplimiento lo hubiera hecho el banco y éste habría tenido que pagar".
El "enojo" de Kirchner tenía varios componentes. Por un lado, una genuina preocupación por la natural demora del proceso; también había algo de sobreactuación, la necesaria como para asegurarse de que Lavagna pague el costo político.
Por último, en el entorno de Kirchner se aprovechó la situación para poner límites a un ministro en crecimiento, que le disputa cuotas de poder al Presidente.
También, en medio de todo, hubo algo de represalias por la resistencia que manifestó Lavagna a ciertos aspectos del reciente acuerdo con China, que tuvo una marcada influencia del ministro de Planificación, Julio De Vido.
Propia tropa
El blanco de las críticas en Balcarce 50 era el secretario de Finanzas, Guillermo Nielsen. Pero Lavagna envió un mensaje claro: si tocan a Nielsen, busquen a otro ministro.
"El nivel de tensión política es muy alto", admitieron en Economía. "Pero somos un solo gobierno y estamos seguros de que todos quieren el éxito del canje; nosotros no hacemos política, sino gestión", argumentaron.
En la Casa Rosada y en Economía aseguran que Kirchner y Lavagna están obligados a seguir juntos hasta la finalización del canje, un logro que deben perseguir juntos. Pero en ningún sector del Gobierno se atreven a garantizar que Lavagna continúe en su cargo luego de la reestructuración de la deuda.
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22  26-nov-2004
Pubblico la 2 release preparata da Lupoo Alberto 66
Purtroppo a causa della formattazione di Word non riesco ad includere grafici e tabelle.
E' INTERESSANTE NOTARE CHE LA66 HA PREVISTO CON UN semplice grafico CHE IL PROSSIMO DEFAULT ARGENTINO SARA NEL 2028 PRIMA DEL RIMBORSO.
Coloro che vogliono il file originale possono chiedrlo a me o a LA66
PROSPETTO INFORMATIVO INDIPENDENTE SULLA PROPOSTA DI SCAMBIO
DEL DEBITO ARGENTINO
16 Novembre 2004
Rev. 2.0
Premessa
In questi giorni, dopo ben tre anni di attesa dal default del Dicembre 2001, l'argentina ha lanciato la sua proposta unilaterale di ristrutturazione del debito in spregio totale di quello che dovrebbe essere un processo di mutua collaborazione tra creditore e debitore. Non solo è stata rifiutata ogni forma di trattativa o dialogo, ma pure tale proposta, di fatto espropriatoria del 75% del capitale investito, viene lanciata come ultimativa "prendere o lasciare tutto".
Tutto questo nel silenzio se non nella complicità degli enti economici e dei mezzi di informazione.
A questa mancanza di informazione si aggiunge il fatto ben più grave che la proposta è stata volutamente formulata in termini così complessi da rendere difficile al normale investitore capire di quale entità sia la perdita che gli viene imposta. E' stato infatti introdotto in modo subdolo e menzognero un rimborso parziale in buoni Par (fino a 50000 USD), che offrono l'illusione di salvare il 100% del capitale, quando in realtà si tratta di un taglio del 75% in termini reali (cash).
E' per questo motivo che ho voluto preparare questo prospetto informativo che cerca di chiarire in termini semplici e pratici i contenuti della proposta in questione, mostrando come questa non possa che essere rifiutata in blocco in quanto ingiusta, incongrua e rapinatoria.
Voglio precisare che questo prospetto non è un documento ufficiale, ma si tratta di un lavoro di compilazione e sintesi svolto sulle basi delle informazioni raccolte in questi anni da svariate fonti.
Per quanto abbia cercato di mantenere la più rigorosa aderenza ai fatti, tale prospetto deve essere interpretato come uno strumento di aiuto a valutare la proposta e non come una disanima assolutamente precisa dell'offerta, cosa che solo un ente finanziario può proporre.
Il documento consta delle seguenti parti:
1) I fatti: dal Dicembre 2001 ad oggi
2) Il significato di Valore nominale, VPN, TdS
3) I termini dell'offerta
4) I buoni Par e Discount
5) Accettare o non accettare ?
6) Riepilogo
Va inoltre precisato che la Consob non ha ancora ratificato questa proposta (né lo ha fatto la SEC), per cui è ancora tutta da vedere la possibilità che la proposta venga effettivamente attivata in questi termini.
Nota sull’autore (chi è LupoAlberto66)
LupoAlberto66, autore di questo prospetto, è lo pseudonimo di uno dei 450000 risparmiatori italiani che sono rimasti seriamente coinvolti nel crack argentino. Tali obbligazioni erano state acquistate, come per tutti, forse con un po’ di superficialità ma con la convinzione che uno stato grande e ricco come l’argentina (volutamente sempre scritta con la "a" minuscola) non potesse fallire e che comunque ci sarebbero state istituzioni (FMI, Fed, ecc.) che avrebbero vegliato sugli interessi dei risparmiatori. Purtroppo, non è andata così.
Ricordo che quando acquistai questi titoli rendevano circa l’8% a fronte di un 5% dei BTP, per cui dire, come hanno fatto illustri rappresentanti della finanza italiana, che era un rischio calcolato, fa veramente ridere (se non altro).
Non sono un esperto di finanza, né ho una laurea in economia, tuttavia in questi tre anni di sofferenza ho imparato a conoscere molto bene il mondo delle obbligazioni, ed in particolare tutti i meccanismi finanziari che ne sono alla base.
La maggior parte delle informazioni e dei dati riportati in questo prospetto provengono dalla lettura quotidiana dei giornali argentini, oltre che da quanto letto su vari siti internet ed in particolare nel forum di Finanza On Line (www.finanzaonline.com) dove sono attive numerose discussioni sul default argentino. Vorrei anche ringraziare tutti i partecipanti del forum per i consigli e contributi forniti durante la stesura del prospetto.
Voglio chiarire che tutto quanto scritto è un condensato delle migliori informazioni a me disponibili e che i calcoli, le deduzioni e le conclusioni riportate esprimono unicamente il mio punto di vista, che ho cercato di rendere il più obbiettivo e preciso possibile per condividerlo con tutti gli interessati.
Come detto, non sono un tecnico della finanza e tutti i dati qui riportati vanno presi come un contributo onesto alla valutazione, senza pretendere garanzie di assoluta precisione che non potrei dare.
1 I fatti: dal Dicembre 2001 ad oggi
Gli eventi che hanno portato e seguito al default argentino sono purtroppo ben noti a tutti i 450000 investitori italiani che avevano riposto fiducia in un paese di chiara origine e cultura europea.
Dopo una serie di disordini a Dicembre 2001 e la successione di ben cinque presidenti nell’arco di un mese, l’argentina proclamò, con esultanza, la cessazione dei pagamenti ai creditori privati.
Fin da subito, quando la situazione era ben più confusa e l’economia argentina in condizioni enormemente peggiori di quelle attuali, venne definito il taglio "politico" da effettuare sul debito argentino: il 75%.
Si tratta di un valore inaudito e mai utilizzato in nessun’altra ristrutturazione di debito sovrano.
Purtroppo, a seguito degli eventi del Settembre 2001, tutto questo avvenne nell’indifferenza assoluta degli USA e quindi del FMI, interessati a ben altri problemi.
Proprio su questo disinteresse hanno fatto e continuano a fare leva i governanti argentini, tanto da far affermare ad un loro ambasciatore che "il mondo si sta dimenticando del default argentino".
In questi tre anni di sofferenza nessuno, né l’FMI, né i governi o le banche dei paesi coinvolti hanno fatto alcunché di significativo per portare l’argentina su posizioni più concilianti.
Anzi, forti di un appoggio a fini elettorali, moralistici, di interesse ed altro, sono riusciti a portare avanti allegramente questa manovra di esproprio mondiale ai danni della classe media.
E’ per questo che tutti dobbiamo essere consapevoli che l’unica forza dei risparmiatori consiste nei pochi diritti di legge che hanno a disposizione, in particolare quello di rifiutare l’offerta indegna che viene ora proposta, al fine di obbligare l’argentina a presentare una proposta migliorativa.
Per regola dei titoli obbligazionari, o almeno di alcune emissioni, una proposta di scambio deve riscuotere almeno i due terzi dei consensi (67%), la cosiddetta maggioranza qualificata, per poter imporre un cambio delle condizioni applicate anche ai vecchi titoli.
Restano comunque inalterati, in qualunque caso, i diritti di rivalsa giudiziale (possibilità di muovere causa) per chi non accetta lo scambio e la rivendibilità dei vecchi titoli sul mercato.
Spetta quindi a tutti noi risparmiatori, non al FMI, agli USA o ad altri, fare resistenza davanti a questa vera e propria violenza espropriativa.
L’argentina, è stato più volte rimarcato, ha possibilità di pagamento del suo debito per una percentuale ben superiore a quanto dichiarato, ed almeno doppie rispetto alla proposta fatta del 25%.
Ciò e testimoniato dalla crescita impetuosa del PIL (+7%), dell’ avanzo primario (oltre +4%) e dalla quantità enorme di denaro accumulato nelle riserve della Banca Centrale, pari a 20000 milioni di dollari: basterebbero questi soldi per ripagare immediatamente il 25% del debito.
(Senza parlare di tutto il denaro nascosto in conti esteri.)
Noi creditori non vogliamo affamare nessuno, chiediamo soltanto un’onesta restituzione di quanto ci è dovuto, pur disposti a riconoscere una percentuale ragionevole e giustificata di perdita.
2 Valore nominale, VPN e TdS
Per valutare la proposta è di fondamentale importanza capire bene alcuni termini finanziari, che sono il valore nominale, il VPN ed il TdS.
Ciò che interessa qui è il significato "pratico" di questi termini, non tanto la definizione ortodossa di questi termini che si può trovare nei testi di economia.
2.1 Il Valore Nominale
Tale valore costituisce l'importo su cui sono calcolati gli interessi pagati da un bond. Se possiedo 100 euro nominali di un bond che rende il 3,5%, ogni anno prenderò sempre 3,5 euro, indipendentemente dall'andamento del valore "reale" del bond che è invece legato al tasso di sconto (TdS)
2.2 Il Tasso di Sconto (TdS)
Sempre in termini "pratici", il TdS è l'interesse che un emittente di bond deve pagare per rendere i suoi titoli appetibili sul mercato. Se i titoli sono emessi da un ente solidissimo, ad es. la Banca Europea, questi saranno appetibili con un TdS basso, ad es. il 3%, mentre se sono emessi da un ente poco affidabile, come i paesi emergenti, dovranno dare un interesse molto più alto, cioè gli si applica un TdS più elevato, ad es. 11%. Si capisce quindi come due titoli che rendono entrambi lo stesso interesse possono avere un valore reale molto differente, in funzione del TdS che viene applicato a ciascuno dei due (che a sua volta dipende dall'affidabilità dell'emittente).
Quindi il TdS, nello stesso periodo temporale, varia da emittente ad emittente. Al giorno d'oggi varia tra circa un 2-3% per gli enti molto solidi fino a oltre il 12% per quelli poco affidabili.
2.3 Il Valore Presente Netto (VPN)
Come tutti sanno i titoli a reddito fisso non hanno sempre un valore di vendita pari a 100, anzi questo valore può variare moltissimo nel tempo in funzione del TdS da applicare.
Il valore di cui parlo è quello che ottengo se vado a vendere il titolo in banca. Se vado oggi a vendere bond argentini prendo 29 euro ogni 100 di nominale, mentre se vado a vendere la stessa quantità nominale di BTP 2029 ne prendo ben 108 ogni 100 di nominale.
Quindi si può dire VPN = valore di mercato, cash (subito)
Ecco quindi che quando l'argentina propone un buono Par (100% di capitale), con un interesse medio del 2,85%, dato che gli devo applicare un TdS del 10-12% ottengo che il VPN (cash) di questo bond è qualcosa tra 25 e 30, secondo la formula approssimativa:
100 : TdS = VPN : Interesse
da cui:
VPN = 100*interesse / TdS
Nell'esempio dei bond Par, con TdS=10, si ha: VPN = 100*2,85/10 = 28,5
Tale valore è inoltre suscettibile a variazioni con il TdS. Dato che l'aspettativa mondiale è di un rialzo generalizzato dei tassi, se il TdS per l'argentina andasse al 14-15% ecco che il valore scenderebbe ulteriormente al 20-22%, e così via.
Par Discount Quasi Par
Valore nominale 100% 33,7% 70%
Interessi Variabili da 1,22% a 5,25% Circa 2,65%
(calcolati come il 7,82% (euro) o il 8,28% (USD) del 33% del capitale) 5,5%
Scadenza 35 30 42
3 I termini dell'offerta
I termini dell’offerta presentata dall’argentina si articolano attorno a tre tipologie di titoli: i Par, i Discount ed i Quasi-Par (solo per investitori istituzionali).
Par Discount Quasi Par
Valore nominale 100% 33,7% 70%
Interessi Variabili da 1,22% a 5,25% Circa 2,65%
(calcolati come il 7,82% (euro) o il 8,28% (USD) del 33% del capitale) 5,5%
Scadenza 35 30 42
A queste condizioni bisogna ancora aggiungere una serie di restrizioni:
- i buoni Par saranno disponibili in modo limitato e contingentato (indicativamente non più di 50000 USD a persona, comunque senza garanzie di una quota minima)
- i buoni Quasi Par saranno praticamente dedicati ai fondi pensione argentini e di fatto non accessibili agli investitori privati (taglio minimo: 350000 USD)
- la valuta di emissione sarà quella dei titoli da scambiare (USD o euro), eccetto per i Quasi Par che sarà solo in pesos
- gli interessi dei Par sono crescenti nel tempo secondo lo schema:
ß anni 1-5: 1,22% (titoli in euro), 1,35% (titoli in USD)
ß anni 6-15: 2,2% (euro), 2,75% (USD)
ß anni 16-25: 3,5% (euro), 3,5% (USD)
ß anni 26-35: 4,75% (euro), 5,25% (USD)
- gli interessi dei Discount saranno per circa la metà capitalizzati per i primi 20 anni (cioè non saranno pagati in contanti, ma restituiti a scadenza (tipo Zero Coupon))
- si ricorda che l’interesse dei Discount è calcolato sul capitale tagliato, quindi rispetto al 100 di capitale originale, l’interesse è: 0,33*8% = 2,65%, che va ancora diviso per due per ottenere il pagamento annuale di 1,3% (l’altra metà viene capitalizzata)
- verranno versati gli interessi arretrati del 2003 di 9 mesi per i Par e di 6 mesi per i Discount, calcolati secondo lo schema dei nuovi titoli: quindi 1,3% (=2,65/2) per i Discount e 0,91% (=1,22%/12*9) per i Par
- è stata fatta intravedere la possibilità che siano riconosciuti gli interessi maturati e non pagati fino al default (31 Dic. 2001). Ho letto attentamente la dicitura al riguardo e non mi pare che la cosa sia del tutto scontata, anzi si dice: "nessun pagamento verrà corrisposto riguardo agli interessi maturati e non pagati … successivamente al 31 Dic. 2001", se volessero pagare avrebbero scritto in modo del tutto differente ! Inoltre nei conti pubblicati finora non compare da nessuna parte la copertura finanziaria per questo versamento extra. Io credo si possa escludere
- verranno emessi dei titoli aggiuntivi che daranno un piccolo pagamento addizionale qualora l’economia argentina risultasse particolarmente brillante. Il valore aggiuntivo in VPN di questi titoli è stimato di circa l’1% o 2%, da sommare al VPN dei Par e Discount.
L’offerta sarà articolata in due fasi, la prima di tre settimane seguita da un’altra di due settimane. L’unica differenza sarà nel fatto che a chi accetta nelle prime tre settimane verrà assegnata di preferenza (compatibilmente coi limiti di emissione stabiliti) una quota di 50000 USD in titoli Par.
4 I buoni Par e Discount
L’articolazione dell’offerta su buoni alla pari (Par) e buoni con taglio del capitale del 66% (Discount) è la più grande opera di mistificazione finanziaria che sia mai accaduta.
Se calcoliamo la somma negli anni del VPN e degli interessi maturati dei due titoli, otteniamo le due curve indicate nel diagramma sotto riportato, calcolate con un TdS al 10%.
(grafico non attualizzato, non tiene cioè conto della perdita dovuta all’inflazione)
Come si vede, l’andamento per i primi 20 anni è assolutamente identico, anzi, si dovrebbe avere un lieve vantaggio dei Discount nella parte breve della curva (i primi 10-15 anni).
Da questo si capisce come illudere le persone con la lusinga del 100% del capitale sia nient’altro che una vergognosa bugia.
Quindi si ha che il 100% dei soldi originari lo prenderanno, forse (perché un altro default potrebbe capitare in qualunque momento), dopo circa 25 anni, ugualmente per i buoni Par o Discount. E questo rinunciando a tutti gli interessi e senza considerare l’effetto dell’inflazione (prendere 100% tra 25 anni equivale a prendere il 20% o meno oggi).
E proprio su queste considerazioni che si dovrà quindi decidere se accettare o meno la proposta, come dettagliato nel paragrafo seguente.
Vorrei far notare inoltre come risulta chiaramente indicata dal grafico la data del prossimo default argentino: Dicembre 2028 ! Tale data rispecchia perfettamente l’andamento temporale dei precedenti default di quel paese, ben tre nell’arco del XX secolo, cioè una media di uno ogni trent’anni.
5 Accettare o non accettare ?
Il periodo di accettazione della proposta è diviso in due parti consecutive, rispettivamente di tre e due settimane.
Ciò è stato pensato per creare un effetto di trascinamento psicologico, ed evitare di arrivare agli ultimi giorni con una percentuale molto bassa di accettazione.
In sostanza, non avendo permesso la SEC di attivare un meccanismo discriminatorio tra i creditori (come avevano invece richiesto gli argentini), l’unico incentivo che possono dare a chi accetta nelle prime tre settimane è quello di avere la precedenza nell’assegnazione dei bond Par, fino ad un ammontare di 50000 USD.
Il trucco psicologico è chiaro: se accetti subito prendi tutto il capitale (fino a 50000 USD). Peccato che poi non si ricordi che il valore di vendita di questi Par (il VPN), a causa degli interessi bassissimi (1,2 – 1,3% per i primi 5 anni), sarà esageratemante basso (nell’ordine di 25-28 o meno) e addirittura probabilmente inferiore a quello dei bond Discount, che hanno un interesse più alto. Non solo, tale valore basso dei bond Par rimarrà anche nei 20 anni successivi, e andrà alzandosi solo nella fase finale (25 – 35 anni). Quindi Par e Discount sono a tutti gli effetti equivalenti (almeno per i primi 20-25 anni).
E’ chiaro a questo punto che l’incentivo di accettare subito è puro fumo negli occhi, a meno che non si creda che l’argentina non farà più default e che il tasso di sconto andrà a scendere notevolmente: entrambe condizioni molto poco probabili.
Bene, passate le prime tre settimane già si comincerà a capire qual è la tendenza. Si possono fare tre casi:
- tra il 40 ed il 50 %: il naufragio della proposta è quasi sicuro
- tra il 50 ed il 60 %: buone probabilità di insuccesso
- oltre il 60%: probabile successo, cioè superamento dei 2/3 di accettazione, che è il minimo traguardo utile da raggiungere per ritenere eseguibile la ristrutturazione
I primi due casi porteranno ad una nuova proposta, migliorativa, per cui accettare sarebbe altamente autolesionista, aumentando la probabilità di successo della proposta.
Il terzo caso aprirà uno scenario di accettazione forzata. Infatti, nel caso riuscissero a compiere una ristrutturazione del 70% o più, è chiaro che avrebbero gioco facile a pretendere da FMI e G7 un re-inserimento nel mondo finanziario, con conseguenze di sicura difficoltà (=svalutazione) per i vecchi titoli. E’ a quel punto che accettare la proposta sarebbe una strada abbastanza obbligata, soprattutto per chi ha bond in euro, meno "protetti" dalla possibilità di adire le vie legali.
Resteranno comunque aperte molte cause, soprattutto in USA, che porteranno ad un periodo di turbolenze causate dalle varie domande di sequestro, possibili in teoria anche sul pagamento degli interessi dei nuovi bond.
Anzi, è proprio su questi interessi che si getteranno gli avvocati dei grandi fondi americani, questa volta protetti dal governo USA, lasciando a chi ha accettato il danno e la beffa: rischieranno infatti di non ricevere neppure quella miseria di interessi che è stata loro offerta!
Quindi, riassumendo, non ha senso accettare la proposta a meno che questa non abbia raggiunto nelle prime tre settimane almeno il 60% di adesioni. Oltre tale cifra, si dovrà valutare il prezzo di vendita a mercato e calcolare se conviene vendere subito o accettare una proposta che vale appena 25-30. Per chi ha bond in USD rimane valida l’opzione delle vie legali (in USA).
In ogni caso la proposta non va assolutamente accettata nelle prime tre settimane.
6 Riepilogo
E’ a questo punto ovvio che la proposta, valutata attentamente, non può che essere rifiutata in modo netto.
In pratica accettarla comporterebbe:
- taglio del 70-75% del capitale investito
- perdita degli interessi 2001-2004 (per il 2004 si prenderà l’1%)
- ottenimento di interessi annui futuri risibili (1% - 3%)
- anche accettando la proposta si correrebbero rischi di vedere congelati gli interessi per le cause in corso
- l’argentina farà quasi sicuramente default prima di arrivare alla scadenza naturale dei nuovi titoli
In conclusione, credo che il messaggio più forte che viene da quanto scritto in queste pagine sia che la sorte dei nostri soldi è nelle nostre mani.
Una resistenza ferma e decisa all’esproprio proposto è possibile, così come è sicuramente possibile costringere quel paese a sborsare il giusto dovuto.
La battaglia è appena cominciata, gli argentini tenteranno ogni sorte di intimidazione psicologica e di minaccia per farci cedere. Sta a noi saper decidere e scegliere, a ragion veduta e con cognizione di causa, quale sia la strada da intraprendere.
Oltre ai dati sopra esposti, non bisogna dimenticare quelle (poche) cose positive che sono accadute o che potranno accadere:
- le numerose cause in corso negli USA
- l’onesta posizione al riguardo del nostro ministro delle finanze, on. Siniscalco
- l’attività eccellente fin qui svolta, sebbene in dubbio conflitto di interessi, dalla TFA guidata da Nicola Stock
- la severa posizione del GCAB e delle associazioni argentine di risparmiatori contro questa proposta
Siamo in tanti, se sapremo anche essere determinati ed uniti non è cosa impossibile ottenere una soluzione migliore a questo caso.

21  24-nov-2004
INteressante FT fino a pochi giorni fa dava per scontatoche oramai i nostri soldi erano persi
 
Comment & analysis / Editorial comment Print article | Email article
Time to tango
Published: November 24 2004 02:00 | Last updated: November 24 2004 02:00
Argentina is in serious danger of overplaying its hand over proposals to restructure its more than $100bn defaulted sovereign debt. The latest version of the offer remains punitive. Argentina made no serious effort to negotiate with its private sector creditors. This makes a mockery of the International Monetary Fund's position that it will lend into arrears providing the borrower is engaged in good faith negotiations to restructure its debts.
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Argentina would be well advised to enter constructive negotiations on how its offer might be improved. If it fails to do so, and consequently fails to win overwhelming backing for the restructuring deal, the IMF must be prepared to halt new lending. Too many exceptions have been made already. Argentina's behaviour is setting dangerous precedents for future default situations.
Roberto Lavagna, Argentina's economy minister, has enjoyed playing tough thus far. He has certainly succeeded in showing the world that sovereign borrowers are far from powerless in their dealings with private creditors. Creditors will have to take a big haircut as part of a restructuring deal. Indeed the difference between the offer Argentina is willing to make - roughly 30 cents in the dollar - and what might be the maximum feasible amount, is probably not huge.
Yet its handling of the process has violated norms of transparency and co-operation. Threatening indefinite default on debt owned by holdouts is unacceptable. The structure of the deal is too clever by half. Bank of New York was right to walk away from it.
Argentina's confrontational approach is all the more senseless considering growth is strong, exports and reserves high, and the fiscal surplus exceeds government forecasts. It is no longer acting in desperation. Whatever policymakers may think, default is not cost free. Confidence would be hit and next year's growth undermined. Longer term, Argentina would pay the price in missed investment needed to support ongoing development.
The IMF is on hold while the restructuring offer proceeds. Fair enough. But it must make clear to Argentina that it will require a high level of acceptance from creditors to continue lending - 80 per cent might be reasonable. Every 10 per cent holdout is $10bn (£5.3bn) debt litigated in the courts. The Fund must also hold Argentina to its other pledges to pursue structural reform which have fallen far behind schedule.
If the IMF does stop lending, Argentina may default on its multilateral borrowing too. So be it. The Fund's credibility is at stake and the US Treasury must this time stand behind it. Those emerging markets which play by the rules - endorsed by the G20 at the weekend - must see that their behaviour does not put them at a disadvantage compared with the likes of Argentina. If the US wants to do something for Latin America, neighbouring Brazil is a worthier candidate.

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