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Notizie

 

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141  15-jul-2004
Mercoledì 14 Luglio 2004, 19:54
Mercosur: Brasile, Aziende Sospendono Export A Argentina
(ANSA) - SAN PAOLO, 14 LUG - Alcune tra le maggiori multinazionali con fabbriche in Brasile, come la Sony e la Toshiba, hanno sospeso oggi le esportazioni in Argentina, per ritorsione alla sovrattassa del 21 per cento decisa dal presidente Nestor Kirchner per i prodotti brasiliani fabbricati nella Zona Franca di Manaus.
La sospensione rappresenta una nuova tappa nella "guerra dei frigoriferi" scatenata all'inizio del mese dalle misure restrittive ai prodotti elettrodomestici brasiliani dal governo argentino, in risposta alle pressioni degli industriali locali.
Dalla creazione del Mercosur, nel 1995, fino a un anno fa, la bilancia commerciale tra i due membri maggiori del mercato comune sudamericano era sempre stata ampiamente favorevole all'Argentina. Da quando invece esiste un eccedente a favore del Brasile, industriali e commercianti argentini cercano in tutti i modi di frenare "la valanga brasiliana" di prodotti a prezzi molto inferiori di quanto sia attualmente possibile produrre in Argentina, in particolare nelle calzature, nelle automobili, negli elettrodomestici e nel tessile. Adesso persino i produttori di carne suina argentini stanno chiedendo misure protezionistiche.
Di contro, il presidente della Confindustria di San Paolo, Horacio Lafer Piva, ha affermato che il Brasile "non deve accettare imposizioni" dal paese vicino, e il sindacato dei metalmeccanici di San Paolo ha effettuato oggi una manifestazione di protesta di fronte al consolato argentino.
Da parte loro, i due governi cercano di minimizzare le tensioni e di arrivare ad un accordo soddisfacente per ambo le parti, vista la reciproca dipendenza delle rispettive economie, che né l'uno né l'altro possono negare. Il Brasile in particolare è pronto ad accettare un accordo temporaneo che limiti le vendite di prodotti industriali brasiliani, purché gli argentini si impegnino a non comprare poi da altri partners fuori dal Mercosur (leggi Corea, Taiwan e Messico), come è già avvenuto in precedenza. Se poi la mediazione diplomatica non avrà successo, entrambi i paesi sono pronti a ricorrere all'arbitrato dell'Organizzazione mondiale del commercio.(ANSA).

140  15-jul-2004
Lunedì 12 Luglio 2004, 19:31
Argentina, road-show Gcab contro proposta rimborso bond governo
ROMA, 12 luglio (Reuters) - Partirà dagli Stati Uniti il road show del Comitato mondiale degli obbligazionisti in titoli argentini per denunciare, come irricevibile, la proposta di rimborso avanzata dal governo argentino.
Lo rende noto un comunicato dell'organismo di cui fa parte la Tfa, la Task Force argentina nata per iniziativa dell'Abi.
"Il Global Committee of Argentina Bondholders (Gcab)" - si legge nel comunicato - "annuncia l'avvio di una serie di incontri con gli investitori che partirà dagli Stati Uniti per proseguire in Europa e Giappone. Il road show ha lo scopo di presentare il quadro economico per la ristrutturazione del debito in default della Repubblica Argentina pari a 82 miliardi di dollari e 22 di interessi non pagati".
Secondo il Gcab "la proposta di ristrutturazione del debito recentemente depositata presso la Sec, la Securities and Exchange Commissiom, è chiaramente inconsistente rispetto alle altre ristrutturazioni di debiti sovrani. Inoltre, essa non bilancia i sacrifici richiesti agli obbligazionisti con una reale volontà a pagare da parte della Argentina".
Gli obbligazionisti richiedono più "trasparenza sul debito che l'Argentina ha classificato come [non eleggibile] ed una più realistica raccolta di ipotesi economiche potrà creare una maggiore capacità di rimborso per gli obbligazionisti".
Secondo il presidente del Comitato Hans Humes il governo argentino potrebbe fare di più in quanto le condizioni di quel paese lo permetterebbero. "Il Gcab nel corso della presentazione fornirà dati più realistici sulla crescita del prodotto interno lordo, sull'inflazione, sui tassi di cambio, sul prevedibile surplus primario e sulla maggiore capacità dell'Argentina di ripagare il proprio debito".
La tabella di marcia prevede incontri a Los Angeles, New York, Boston, Hartford, Tokyo, Parigi, Londra, Zurigo, Francoforte e a Roma

139  14-jul-2004
12/LUGLIO/04 - FONDI DI SANTA CRUZ ALL'ESTERO
Fonte: Infobaeweb: 12/07/04
DIFFIDANO DELL'IMPORTO DICHIARATO. NON PUO' ESSERE UNA SOMMA MINORE DI 1.100 MILIONI DI DOLLARI. "SE NON CHIARISCE, CHE NASCONDA!"
Prades ha spiegato che "la Provincia ricevè, per l'accordo di regalie petrolifere che gli aveva fatto lo Stato, la somma di 654 milioni di dollari. Di quella cifra, 290 si investirono in azioni di YPF, al valore di 19 dollari ogni azione, e si venderono dopo a 44,78 dollari."
"Si fece un buono investimento con un guadagno di un 125 percento. Se si tira fuori il conto, i 290 si trasformarono in 670 milioni di dollari. Se a quello gli sono addizionati i 364 che rimasero dei 354 perseguiti, dà una somma vicina ai 1.034 milioni di dollari. Se si uniscono gli interessi riscossi per tutto questo tempo, non può essere una somma minore ai 1.100 milioni di dollari", aggiunse il deputato.
Rispetto a quello che Acevedo menzionò la cifra di 509 milioni di dollari, mentre Kirchner durante la campagna elettorale dell'anno scorso parlò di 529 milioni di dollari, Prades segnalò: "Ed io ho ascoltato 502, 507, 532.... Ma questo è prodotto dell'irregolarità del divenire storico fino ad oggi", di quello che si fece di quel denaro.
Bisogna tirare fuori questo conto, semplicemente, senza sapere niente di matematica", enfatizzò Prades, riferendosi al volume di denaro portato all'estero durante il governo di Kirchner.
Al riguardo, chiarì che "non è una questione di ora che Kirchner è Presidente" la domanda di riferire su questi fondi, bensì "prodotto di molti anni di silenzio e di poca trasparenza e di irregolari maneggi di questa abbondante somma di denaro", per la quale si effettuano richiami da dieci anni.
Perfino affermò che "l'attuale Presidente ed ex governatore disse che quel fondi stavano nella Riserva Federale degli Stati Uniti" ma che "da pochino" si menzionò che in realtà erano depositati in Svizzera.
Inoltre, confutò l'argomento che risulta rischioso portare i fondi al paese, per la situazione di default (cessazione di pagamenti) all'estero.
"L'argomento che hanno trovato per il non rimpatrio dei fondi è molto debole. Al contrario, i soldi stanno correndo rischio all'estero, perché qualunque creditore esterno può interporre una domanda contro lo Stato nazionale. I fondi sono molto più sicuri nell'Argentina", argomentò.

138  13-jul-2004
09/07/2004 RISPARMIO TRADITO: L’IMMOBILISMO DEL GOVERNO, LA SUPPONENZA DI FAZIO E DI SELLA (FA)
Dopo l’allontanamento di quel fastidioso ministro Tremonti, che aveva l’antipatica intenzione di realizzare sul serio il disegno di legge sul risparmio, tutti – dal Governo, ai parlamentari di maggioranza e di opposizione, alle varie personalità coinvolte, hanno tirato un bel sospirone di sollievo: la parte più imbarazzante è passata, ora si potrà lasciar passare qualche mese (o anno? o decenni?) senza che nessuno si aspetti più seriamente un intervento legislativo in difesa del risparmio.
I parlamentari si palleggiano le responsabilità del fallimento del disegno di legge; si torna a parlare di un rafforzamento della Consob (sigh!)
Soddisfatto è il Governatore della Banca d’Italia Fazio, che ieri, al convegno dell’ABI, ha avuto la faccia tosta di invocare un “ritorno ad un clima di piena fiducia tra banche, imprese e risparmiatori (…) ” e ha persino rilevato l’efficacia dei sistemi di vigilanza, a livello nazionale de europeo!
Soddisfatto è anche il Presidente dell’ABI, Maurizio Sella, che ha dichiarato che “le martellanti critiche al sistema bancario e le divisioni che si sono volute creare tra le istituzioni avevano pesantemente compromesso il clima di fiducia”.
Evidentemente i risparmiatori, e i creditori in attesa di recuperare il proprio denaro, sono per questa gente delle moltitudine insignificanti, delle formiche operaie che, ad un livello quasi istintuale, continueranno a qualsiasi condizione a cumulare i proventi delle proprie fatiche nelle fauci voraci di mamma banca, grazie a qualche oculata campagna pubblicitaria e qualche bel volantino colorato.
A livello internazionale, siamo oramai considerati, e a ragione, un paese perdente.
Siamo davvero disposti ad accettare passivamente questa situazione? Se è così, non ci meritiamo niente di meglio.

137  12-jul-2004
Da www.creditoriargentina.it (fa)
10/07/2004 VIA LA “TRIADE” : ABI, CONSOB, BANCA D’ITALIA CORRESPONSABILE DEI CRACK GLOBALI
Da tempo sosteniamo che la Consob, la Banca d’Italia, e in altro contesto l’Abi, sono gravemente responsabili di “omissione di atti d’ufficio” avendo evitato ogni concreto approfondimento della realtà truffaldina di molti fatti accaduti in relazione alla emissione e negoziazione di queste obbligazioni.
Sappiamo della esistenza di numerose istruttorie penali a loro carico.
Dobbiamo aiutare i coraggiosi magistrati che stanno combattendo i veri “potentati” che inquinano il nostro Paese.
Indagare sulle banche e sugli organismi di pseudo-controllo significa scontrarsi contro la lobby più potente d’Italia : l’unica che realmente conti nel contesto della crisi della politica che ormai non decide altro che i dettagli del nostro destino.
Da parte nostra annunciamo ufficialmente l’inizio della raccolta di firme per la “querela globale” contro i vertici di ABI, CONSOB E BANCA D’ITALIA.
I soggetti che guidano queste istituzioni sono inadeguati o complici dei truffatori. In entrambi i casi se ne devono andare…dopo aver dato adeguate spiegazioni dei loro comportamenti omissivi.
Mandate la Vostra adesione all’indirizzo
Vi invieremo la copia della denuncia che abbiamo preparato ed ogni indicazione di come perfezionarla.

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Si ringraziano sportellointernet.it e newglobal.it per la collaborazione.

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